Quello che segue è un articolo vecchio di due anni, dei giorni in cui scoppiava lo scandalo, oggi quasi annegato nel marciume che sembra coprire ogni aspetto della vita nazionale, del Monte dei Paschi di Siena e della sua allegra amministrazione.
Oggi andrebbe di sicuro aggiornato nei nomi (non è difficile immaginare
che qualche “fratello” di loggia prosperi nel cerchio magico
degli ultimi potenti), ma da esso, in ogni caso, tanto si apprende.
(S.L.L.)
Massoni seduti |
La massoneria? «Conta davvero molto
più di quanto si immagini». Parola di Cesare Geronzi, ultimo
“banchiere di sistema”, tranne il superstite Giovanni Bazoli.
E se allora si provasse a ribaltare la
vulgata che vuole la politica unica responsabile dello scandalo del
Monte dei Paschi di Siena e si guardasse un po' più nel capitalismo
feudal-relazionale percorso da solidi intrecci di esoterismo
massonico, che può tingersi di rosso e anche di bianco? Nessuno
negherà che a Siena la rossa la politica sceglie da sempre
attraverso la Fondazione i manager del Monte. Ma chi è il Leone e
chi la Volpe, la politica o l'economia? Il Centauro che combina
insieme forza e astuzia a Siena ha un timbro platealmente iniziatico
persino nella toponomastica.
Ma è in tutta l'Italia senza borghesia
e con pochi princìpi che si annodano in nome del potere e del denaro
legami e solidarietà trasversali. Tra l'alta burocrazia e la
finanza, tra gli alti gradi delle forze armate e l'università, tra i
servizi segreti e le grandi imprese, tra i gabinetti ministeriali, i
tribunali amministrativi, naturalmente la politica e persino le sacre
stanze vaticane.
Racconta Geronzi, campione per un
trentennio dei poteri trasversali nelle memorie consegnate a Massimo
Mucchetti: «Una volta andai a trovare nel suo nuovo ufficio in
Vaticano un importante prelato che era appena stato elevato alla
porpora cardinalizia. Nell'avvicinarmi alla sua scrivania rimasi di
sale. Sul montante lungo era applicato un tondo che recava in
bassorilievo i simboli massonici».
Curioso, peraltro, lo stupore dell'ex
banchiere “di sistema” visto che il suo sodale Gianni Letta è il
trait d'union tra chiesa, Opus Dei e massoneria, ruolo che per
tre lustri ha svolto con passione da Palazzo Chigi e che ha
continuato a svolgere imponendo alcuni catto-massoni nel governo di
Mario Monti. Il quale ha dovuto smentire la sua affiliazione: «Non
sono massone e non so neanche bene cosa sia la massoneria». Sarebbe
un torto all'intelligenza credere che davvero il presidente del
Consiglio, ex presidente della Bocconi, ex commissario europeo e
grande consulente della finanza internazionale da decenni,
frequentatore di tutti i consessi del potere mondiale, a cominciare
da Bilderberg, non sappia che cos'è la massoneria. Ma il Gran
Maestro del Grande Oriente d'Italia Gustavo Raffi si era forse spinto
un po' troppo oltre quando aveva dichiarato: «Mario Monti è un gran
galantuomo, potenzialmente ha tutte le carte in regola per essere un
ottimo fratello».
Il Grande Oriente d'Italia, 22 mila
fratelli e 762 logge, centinaia di “bussanti” che per entrare
devono attendere i passaggi di fratelli anziani all'Oriente eterno è
la maggiore “obbedienza” italiana, ma tante altre, regolari e
irregolari, pullulano quasi sempre in lotta tra loro, dilaniate da
lotte intestine, travolte dall'indebolimento del “fondamento
iniziatico” e dalla “profanizzazione”. Raffi, avvocato
ravennate con antichi rapporti professionali col Monte dei Paschi di
Siena, Gran Maestro da quattordici anni, è al centro di una
combattiva opposizione interna, che ha portato alla costituzione di
una sorta di corrente, come nei partiti politici, denominata Grande
Oriente d'Italia Democratico.
Per accrescere il suo prestigio,
vorrebbe parlare inglese perché la Gran Loggia Unita d'Inghilterra,
è la madre di tutte le massonerie mondiali. Ma non può perché il
Grande Oriente d'Italia non è più riconosciuto da Londra. Fu
espulso per volontà del duca di Kent dopo l'ultima scissione del
1993, dodici anni dopo lo scandalo della P2 di Licio Gelli, quando il
Gran Maestro Giuliano Di Bernardo fondò la Gran Loggia Regolare
d'Italia, invocando la revoca del riconoscimento al GOI e ottenendolo
per sé. Non contento, ha fondato anche l'Accademia degli Illuminati,
che si richiama agli Illuminati di Baviera e si riunisce una volta
l'anno a Roma. Tra i suoi adepti, Di Bernardo colloca più o meno
esplicitamente, come ha confessato al giornalista Ferruccio Pinotti,
anche il presidente di Intesa San Paolo Giovanni Bazoli, oltre a
Vincenzo De Bustis, il banchiere considerato vicino a D'Alema che
portò al Monte dei Paschi per un prezzo considerato allora
esorbitante la Banca del Salento. E poi ancora Carlo Freccero, ex
Fininvest e poi Rai, Rubens Esposito degli Affari legali Rai, Sergio
Bindi, ex consigliere Rai e antico portaborse del democristiano
Flaminio Piccoli, Severino Antinori, specialista della fecondazione
assistita, il filosofo Vittorio Mathieu, il generale Bartolomeo
Lombardo, ex Sismi. Banche, informazione, medicina, cultura, Servizi
segreti, non manca niente. Ma la Rai sembra un luogo privilegiato di
coltura della massoneria se è vero, come testimonia il professor
Aldo Mola, che a un certo punto al Grande Oriente giunse in dote una
Loggia coperta, retta dal Venerabile Giorgio Ciarocca, di cui
facevano parte Cesare Merzagora, Eugenio Cefis, Giuseppe Arcaini
dell'Italcasse, nonché Guido Carli, Enrico Cuccia, Raffaele Ursini,
Michele Sindona e Ettore Bernabei, notoriamente soprannumerario
dell'Opus Dei.
Anche la Gran Loggia d'Italia,
obbedienza di Piazza del Gesù-Palazzo Vitelleschi, al contrario di
Di Bernardo, non gode di buona reputazione a Londra perché il 30 per
cento dei fratelli sono sorelle, unica obbedienza tra le grandi
famiglie massoniche italiane che ammette la presenza femminile,
trascurando la tradizione britannica che concepisce invece la
massoneria come un club esclusivamente maschile. «Certo – spiega
Alessandro Meluzzi, ex deputato di Forza Italia, massone, ma anche
diacono della comunità di Pierino Gelmini – la Loggia implica
un'iniziazione solare, mentre le donne rappresentano la metà lunare
del cielo, le stelle d'oriente e non di occidente».
«L'idiota religione massonica è roba
da diciottesimo secolo», disse Benedetto Croce. E in certi casi come
dargli torto? Ma è possibile che grandi banchieri e uomini d'affari
misurino le loro mosse sui binari dell'ortodossia massonica? È
escluso, ma non è affatto escluso che utilizzino per i loro scopi
più o meno commendevoli la miriade di confraternite del potere che
impiombano questo paese. Di certo «non è vero che tutti i massoni
sono delinquenti, ma non ho mai conosciuto un delinquente che non
fosse anche un massone», disse il massone Felice Cavallotti prima di
essere ucciso in duello da un suo fratello massone.
la Repubblica, 31 gennaio, 2013
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