Nel “Dazibao” che per
Giacomo Lo Presti fu una sorta di testamento involontario (subito
dopo la sua pubblicazione arrivò il cancro che se lo portò) il
medico-scrittore comunista rivoluzionario inserì un capitolo in cui
in maniera poetica svolgeva la proposta che, attraverso
l'incinerazione, ogni essere umano dopo la morte potesse nutrire un
albero, che a sua volta avrebbe nutrito il ricordo di lui. Giacomo
era mio suocero e perciò litigammo tantissimo, ma era uomo di genio
e compagno fino al midollo, ragion per cui mi fu e mi resta
carissimo. Non sono in grado di misurare la veridicità della notizia
che è comparsa nell'ultimo anno in più parti della rete. Se fosse
vera e se l'invenzione del signor Azua potesse trovare applicazione,
si sarebbe aperta la via per realizzare quella sua proposta che,
senza soluzioni tecniche, rischierebbe di restare un sogno. (S.L.L.)
Mai più cimiteri, dopo
la morte ognuno di noi potrà diventare un albero. Grazie a un’idea
designer spagnolo Martin Azua, è nata infatti l’urna Bios, cioè
un’urna completamente biodegradabile che contiene un seme di
albero. Una volta piantato, il seme dell’albero si nutre e assorbe
le sostanze nutrienti dalle ceneri. L’urna è realizzata in noce di
cocco e contiene torba compattata e cellulosa. Le ceneri vengono
mescolate con queste sostanze, e il seme collocato all’interno. È
anche possibile scegliere quale tipo di albero si vuole far crescere,
e quindi quale tipo di albero si può diventare nella “nuova vita”.
Una sorta di rinascita post-morte: chi può preferire una pietra
tombale a quest’idea così geniale? Anche perchè questi alberi
potranno essere collocati ovunque, e non negli angusti e depressivi
cimiteri. Nel giardino di famiglia, nella casa dei propri cari, o in
una zona dal paesaggio incantevole per poterlo continuare ad ammirare
e gustare per sempre, nei secoli dei secoli. Potremmo approfittarne
per dare un senso ulteriore alla nostra vita all’insegna del
rispetto ambientale. Ci auguriamo che quest’idea geniale diventi
una rivoluzione epocale, riuscendo a dare una scossa alla nostra
cultura troppo ferma su posizioni antiche e assolutamente superate
dai tempi. Complimenti a Martin Azua!
dal sito “Sicilia Fan”,
27 marzo 2014
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