Di fronte all'involuzione
(e uso volutamente un eufemismo) di persone che in un passato più o
meno lontano si battevano per la giustizia sociale e apparivano
coerenti con i valori professati, c'è chi, sconcertato da arrivismi,
ingordigie, cinismi, menzogne dell'oggi, nega sincerità e valore ai
comportamenti di un tempo. Sentenziano: quella di allora era moda, opportunismo,
maschera, superficie.
Non sono convinto.
Credo che il coraggio, la
generosità, la coerenza dei comportamenti non siano dati una volta
per tutte e che avesse ragione Mao con la metafora di una "lotta
di classe" che si svolge all'interno delle persone, del loro
modo di considerare sé stessi e il mondo.
C'è una lettera di
Antonio Gramsci a Tania, del 1933, che racconta come possa
realizzarsi, se favorita dalle condizioni ambientali, una
"trasformazione molecolare". Spiega come all'interno della
personalità vi siano a volte una parte che cambia (in peggio) e una parte
che osserva il cambiamento. C'è un momento in cui la funzione di
autocontrollo, che tiene il soggetto in bilico, scompare del tutto e
non ci sono più remore ai nuovi criteri di comportamento: sta
nascendo un "nuovo individuo".
Io penso anche alla
rapida degenerazione, al corrompersi dei corpi vegetali e animali
quando non ci siano più linfe a nutrirli: penso al marcire della
frutta, alla putrescenza dei cadaveri, accelerata dalle alte
temperature e/o da germi infettivi.
In questo senso si può dire metaforicamente che quelle persone sono delle carogne, ma è sbagliato pensare che lo siano sempre state.
In questo senso si può dire metaforicamente che quelle persone sono delle carogne, ma è sbagliato pensare che lo siano sempre state.
(stato fb, 16 agosto 2015)
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