Un testo lievemente marchigiano di
Scataglini, poeta che molto fu amato da Ilde Arcelli e che molto è
amato da Walter Cremonte.
Dal finale la lirica potrebbe apparire una sorta di remake marchigiano del Paradiso dantesco, ma il riferimento all'ultimo canto della Commedia, la sua imitazione non appaiono fuori luogo in una prova epico-lirica come questa, capace di condensare fisico e metafisico, formulare e dialettale. (S.L.L.)
Dal finale la lirica potrebbe apparire una sorta di remake marchigiano del Paradiso dantesco, ma il riferimento all'ultimo canto della Commedia, la sua imitazione non appaiono fuori luogo in una prova epico-lirica come questa, capace di condensare fisico e metafisico, formulare e dialettale. (S.L.L.)
P.S. Lindiera in dialetto anconetano vale “ringhiera”,
come in perugino.
Tante volte ho pensato
al mondo come a un velo
davanti al trapuntato
bianco fiorì del melo,
scorgendo in filigrana
drento un ovale d’aria,
la diferente grana
del tuto solitaria.
Così una rediviva
cerchia dai ochi fidi
m’aparve, brage viva
d’un fogo d’altri lidi:
dorate facce caste
come lumini in grotte,
io nudo e scalzo ad aste
de lindiera una notte.
Fu ‘n sogno? Epure dura
più del vero, memento
de l’altrove, in figura,
dove finisce il vento.
Dal sito della Regione Marche
1 commento:
É splendida, come sempre in Scataglini...
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