Il breve articolo –
pubblicato nel 2010 su un supplemento del “manifesto” dedicato
alle grandi questioni economiche - è senza firma, ma la sua presenza
come “box” accanto a un articolo firmato da Roberto Tesi
autorizza una attribuzione al nostro amato Galapagos. (S.L.L.)
Sindona se ne va |
Emilio Alessandrini fu
ucciso da Prima Linea il 29 gennaio 1979. Stava indagando sul
terrorismo «rosso», ma anche su una strana Loggia massonica
chiamata Propaganda 2. Più semplicemente P2. L’inchiesta sulla P2
- con la morte di Alessandrini - subì una battuta d’arresto, ma la
Loggia non rimase ferma e s’insinuò nella vita economica e
politica. E s’infiltrò anche nel mondo dei media con la scalata al
«Corriere della Sera». Il 17 marzo del 1981 durante una
perquisizione dopo il presunto rapimento di Michele Sindona fu
ritrovato a Castiglion Fibocchi, in una proprietà di Licio Gelli, un
elenco con gli appartenenti alla P2, che fu reso pubblico solo il 21
maggio, perché il presidente del consiglio Forlani se l’era tenuto
chiuso nel cassetto. Tra i 932 iscritti (molti negheranno il loro
coinvolgimento nella loggia), spiccavano i nomi di 44 parlamentari, 3
ministri, un segretario di partito, 51 tra generali e ammiragli, vari
magistrati e funzionari pubblici, giornalisti, personaggi dello
spettacolo e imprenditori come Silvio Berlusconi. E comparivano anche
i nomi di Michele Sindona e Roberto Calvi. La maggiore attenzione si
concentrò su loro due. Anche perché, nel marzo del ’79 si
verificò un clamoroso attacco alle più prestigiosa istituzione
italiana: la Banca d’Italia. I vertici dell’istituto centrale
vennero accusati di aver dato sovvenzioni illegittime alla Sir di
Rovelli: il direttore generale Sarcinelli finì in manette e al
governatore Paolo Baffi venne ritirato il passaporto proprio mentre
l’Italia trattava il suo ingresso nel Sistema monetario europeo. In
realtà dietro l’attacco a Bankitalia c’era il rifiuto di via
Nazionale di salvare l’impero
Sindona. Le accuse a Baffi e Sarcinelli poi caddero. Ma a luglio
dello stesso anno veniva ucciso da un sicario della mafia e della P2,
Giorgio Ambrosoli, il liquidatore delle banche di Sindona.
Privati –
supplemento a “il manifesto”, 3 novembre 2010
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