Canzone per te di Sergio Endrigo
(che vinse il festival di Sanremo nel 1968, ndr) ... va ricordata per
il suo significato struggentemente profetico: «la festa appena
cominciata / è già finita / il cielo non è più con noi».
All'epoca non ne cogliemmo il significato e, davvero, non potevamo
coglierlo, pena una sorta di esodo anzitempo, un anticipato congedo
di massa, una preventiva dichiarazione di sconfitta collettiva. Come
si poteva, non dico accettare, ma anche solo prendere in
considerazione che «la festa appena cominciata» fosse «già
finita»? Nemmeno il più pessimista tra noi, nemmeno il meno
entusiasta e il più realista, avrebbe potuto - in quella fase di
euforia collettiva - dare per definitivamente perduto ciò che appena
si cominciava a intravedere. Oltretutto, era forte la sensazione che
«il cielo» - nei molti significati attribuibili a quel termine -
fosse davvero «con noi» e che si fosse sulla cresta dell'onda,
trasportati dal vento della storia. E nessuno, proprio nessuno, osava
pensare che a chi è «caro agli dei» potesse accadere di «morire
giovane» (anche se da lì a poco avremmo assistito a molte morti
giovani).
È ovvio che Sergio Endrigo non pensasse in alcun modo,
mentre componeva il testo di Canzone per te, ai movimenti
giovanili e studenteschi di quei mesi e anni: ma non è così assurdo
immaginare che una qualche associazione mentale, o piuttosto una
qualche relazione emoriva, potesse realizzarsi tra una personalità
così sensibile e «lo spirito del tempo» (e Sergio Endrigo non va
in alcun modo sottovalutato, come si è visto).
In ogni caso,
riascoltata e ripensata appena dopo (nel 1969 o 1970) quella canzone
mi sembrò così rivelatrice che trovai il modo di pubblicare una
parte del testo sul settimanale "Lotta Continua". D'altra parte,
Endrigo esprimeva un'intelligenza così penetrante e matura, così
«adulta», che una simile intuizione non sembrava impossibile.
da La musica è leggera, Il Saggiatore, 2012
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