Organizzare una
protesta. Scegliete un luogo significativo. Pensate ad un posto
che sia di per sé efficace. Dovrebbe essere anche simbolico, alla
maniera in cui il Porto di Boston fu simbolico per la protesta contro
le tasse sulle importazioni. Cercate di apparire interessanti. Quasi
tutte le manifestazioni a cui ho partecipato da adulta negli Stati
Uniti erano irraccontabili dai media perché non c’era niente di
interessante che potesse essere ripreso dalle telecamere. La gente
era vestita in modo noioso, portava cartelli noiosi, diceva cose
noiose. Le manifestazioni indimenticabili avevano colore, una massa
di persone uniforme o spettacolare, e usavano teatro, musica,
comicità. Devi essere colorato perché così andrai in prima pagina
sul giornale e le riprese delle manifestazione saranno ottime per il
telegiornale. Se la protesta è in nome della Costituzione, per
esempio, tutti devono essere vestiti di rosso, bianco e blu; questo
consentirà di avere la prima pagina a colori, invece che una foto
bianco e nero all’interno. Usate il teatro (…). Portate la
musica. Oggi i leader della protesta tendono a parlare e parlare.
Cantate, invece. Nelle grandi marce i cori dei manifestanti servivano
a darsi forza, con canzoni di protesta, ballate folk e patriottiche,
spirituals. Prendetevi per mano. I manifestanti per i diritti civili
si prendevano sempre per mano. (Naomi Wolf, Datemi la libertà: un
manuale per i rivoluzionari americani, 2008)
Scelto da Alberto
Piccinini per la rubrica Vuoti di memoria, “il manifesto”,
20 ottobre 2011
Nessun commento:
Posta un commento