Porto Empedocle, 28 aprile 2014
Ennesimo inqualificabile atto di
abominevole violenza contro gli animali nella «ridente» cittadina
marinara. Domenica scorsa il telefono cellulare di Assuntina Dani
Rametta, la «protettrice» dei cani meno fortunati dell'hinterland
agrigentino ha squillato in uno strano orario.
A telefonare all'animalista era uno
sconosciuto ragazzo empedoclino il quale le segnalava come alcuni
suoi amici, dai quali aveva deciso di dissociarsi, avevano appena
seviziato una decina di cuccioli di cane, all'interno di un
abbandonato casolare in contrada San Giusippuzzu, alla periferia nord
di Porto Empedocle. Con la consueta forza d'animo, Assuntina Dani
Rametta è corsa sul luogo della segnalazione, trovando il casolare,
ma non i ragazzi. Convinta però della bontà della segnalazione
pervenutale, la donna ha preso a cercare i cani che sarebbero stati
fatti oggetto di sevizie. Ed è bastato solo qualche minuto di
ricerca per imbattersi una scena agghiacciante. Per terra c'erano 10
cuccioli in una pozza di sangue, due dei quali morti sepolti da
alcune macerie del rudere teatro della triste storia.
Agli otto sopravvissuti al crollo, i
delinquenti segnalati dal loro amico dissociatosi avevano tagliato
entrambe le orecchie e le code, lasciandoli sul posto come se niente
fosse. Lasciando le bestiole a un'agonia lenta e terribile. Se non
fosse stato per quel giovane «pentitosi» per quello che
i suoi amici avevano appena fatto,
nessuno avrebbe saputo di questo caso di violenza agli animali.
Assunta Dani Rametta, non ha esitato a prelevare i cuccioli quasi in
fin di vita, trasportandoli in una clinica della zona dove - bontà
loro - le hanno chiesto un conto di circa 400 euro per accudire le
bestiole. Dei mascalzoni che avevano pensato di ingannare la noia
ammazzando dieci cuccioli dopo averli sottoposti ad atroci sofferenze
nessuna traccia. Il «dissociato» infatti pare non abbia fornito
elementi per risalire ai suoi amici «sanguinari».
Una vicenda che conferma la triste
nomea che Porto Empedocle ha di sé su scala nazionale. Una storia di
cani bruciati vivi - sia cuccioli che adulti - impalati, impiccati,
«sparati».
“La Sicilia”, ed. di Agrigento 29
aprile 2014
Nessun commento:
Posta un commento