25.8.14

Percentuali bulgare (S.L.L.)

Seggio elettorale in Bulgaria
In relazione a certe elezioni o votazioni plebiscitarie è ancora in uso l'espressione “percentuali bulgare”, residuo dei tempi del comunismo nell'Europa dell'Est. Pare che in Bulgaria, più ancora che nell'Urss e in altri paesi del “campo socialista”, le liste di partito ottenessero successi clamorosi, il 97, il 98 o addirittura il 99 per cento, non si sa bene se per effetto di un entusiastico consenso popolare, di un obbligo stringente o di una qualche manipolazione. Quelle percentuali tuttavia, per quanto alte, non battono le performance in alcune regioni del Partito Nazionale Fascista alle elezioni generali che si svolsero il 24 marzo 1929. Si votava per una lista unica di 400 candidati nominati dal Gran Consiglio del Fascismo. I voti favorevoli alla lista furono 8.517.838 pari al 98,6% dei voti validi (8.661.820), che a loro volta furono l'89,9% degli iscritti nelle liste elettorali (9.682.336). Ma in alcune regioni il numero dei votanti superò il numero degli iscritti. Così in Basilicata votò il 103,7 % e in Calabria addirittura si raggiunse il 105,86% per cento. Spiegazione: non era stato possibile tenere lontana dal voto una massa di emigranti rientrati e ben decisi a dare il loro sostegno al governo del Duce.


Fonte: Giorgio Candeloro, Storia dell'Italia Moderna, Volume Nono: Il Fascismo e le sue guerre, Feltrinelli, 1981

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