Sorprendenti in Manzoni certe annotazioni enologiche, come quando nel cap. XI del romanzo descrive le difficoltà di Perpetua a custodire il segreto rivelatole da don Abbondio ("Certo è che così gran segreto stava nel cuore della povera donna, come, in una botte vecchia e mal cerchiata, un vino molto giovine, che grilla e gorgoglia e ribolle, e se non manda il tappo per aria gli geme intorno, e vien fuori in ischiuma, e trapela tra doga e doga, e gocciola di qua e di là, tanto che uno può assaggiarlo, e dire a un di presso che vino è") usando "una similitudine che solo un osservatore, anzi un frequentatore di cantine poteva impiegare", commenta Pietro Gibellini.
Misticanze, Garzanti, 2009
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