Quel che segue è un
“coccodrillo” per Ninì Rosso: ne rammenta i successi di
trombettista e alcune passioni. Al mio paese natìo, Campobello di
Licata, c'è ancora memoria della sua entusiastica ed entusiasmante
partecipazione a una “Festa dell'Unità”, nel 1977. Non si limitò
ad eseguire i più noti successi, ma con la tromba e con la voce
esibì il suo antico impegno partigiano, proponendo tutto il
proponibile, da Bella ciao a
Soffia il vento, da
Bandiera rossa all'Internazionale.
Dopo l'esibizione, con il cuore
riscaldato dall'affetto e dall'afflato dei compagni, si trasferì
allo stand gastronomico ove aiutava a preparare e a distribuire i
panini con le quaglie arrosto, caratteristici di quella festa.
Io non c'ero, ma fui testimone di uno scontro tra quelli che volevano chiamarlo anche per il 78 e quelli che preferivano variare l'offerta spettacolare. Questi ultimi – di stretta misura – riuscirono in maggioranza. (S.L.L.)
Io non c'ero, ma fui testimone di uno scontro tra quelli che volevano chiamarlo anche per il 78 e quelli che preferivano variare l'offerta spettacolare. Questi ultimi – di stretta misura – riuscirono in maggioranza. (S.L.L.)
ROMA
Il trombettista Nini
Rosso è morto ieri a Roma, al Policlinico Gemelli. Aveva 68 anni. Un
mese fa si era sentito male in montagna. Dopo le prime cure si era
scoperto che aveva un tumore al polmone. Lascia la moglie Silvia e
due figlie, Beatrice e Angelica. I funerali, domani a Roma, alla
chiesa degli Artisti. Nini Rosso, ovvero Raffaele Celeste Rosso, nato
a Mondovì , era soprannominato "tromba d'oro". Qualcuno
per descrivere il suo talento con una sola parola aveva coniato il
termine "trombautore", ovvero trombettista e autore. E
qualcun altro, senza volare troppo di fantasia, lo chiamava "Mister
Silenzio", identificandolo con il suo più grande successo
discografico del '65, "Il silenzio", appunto, oltre 10
milioni di copie vendute nel mondo. Lui, sorridendo dietro i baffoni
da tricheco, era pronto a sostenere: "La tromba sono io, è una
parte di me, c'è il mio fiato lì dentro. E' uno strumento sublime,
il canto elevato a potenza".
Nini Rosso aveva imparato
a suonare la sua magica tromba all'oratorio (ma poi s'era diplomato
al Conservatorio). E la sua passione era il jazz. "Si può dire
che io sia nato con la musica. Nel settembre del '26 a Torino, i miei
abitavano sopra un night, l'Imperiale: mia madre mi partorì in mezzo
alle prime note jazz che risuonavano in città", raccontava. Un
diploma da maestro elementare chiuso in un cassetto e una giovinezza
coraggiosa da partigiano sulle montagne con la brigata "Giustizia
e Libertà " (la stessa di Giorgio Bocca, quella capitanata da
Ferruccio Parri), s'era fatto le ossa con il quintetto swing di
Attilio Donadio e con l'orchestra di Gaetano Gimelli. Il suo idolo
era Louis Armstrong. L'amore per il jazz lo condivideva, tra gli
altri, con Fred Buscaglione e Piero Angela (che in giovinezza, prima
di lanciare in tv il suo “Quark”,
faceva il musicista con lo pseudonimo di Peter). Per poi ottenere,
nel '48, un contratto con l'Orchestra Rai di Torino: tromba solista
con il maestro Angelini. La sua specialità: il sovracuto.
Nel '57 entrò a far
parte del complesso di Armando Trovajoli. E' del '61 il suo primo,
grande successo "leggero": La ballata di una tromba.
Così divenne conosciutissimo anche dal grande pubblico. Anche per
via delle partecipazioni a trasmissioni tv come "Studio uno"
e "Sabato sera". Con la sua voce roca duettò, allora,
anche con Mina (per Due note). Fu di scena a vari Cantagiro e
Festival di Napoli. Oltre ad apparire in film con Gianni Morandi e
con Rita Pavone. La sua popolarità in Italia ebbe il suo apice sul
finire degli anni '60 con il pezzo Il volo del calabrone. "La
musica strumentale è considerata in Italia di serie B", s'era
poi trovato a rammaricarsi mentre andava per il mondo in tour,
soprattutto in Giappone (dove tuttora è una vera star) e in Germania
(fu in testa alla hit parade nel '79 con Trumpet dreams):
era diventato la più famosa tromba italiana all'estero. Nel corso
della sua carriera conquistò svariati dischi d'oro e di platino. E'
del '93 una raccolta dei suoi più grandi successi: Masterpieces.
Per hobby, costruiva modellini di navi e collezionava uccelli
imbalsamati, farfalle e maschere, ma anche fumetti, locandine del
cinema muto, bastoni, bambole, soldatini...
Corriere della Sera, 6
ottobre 1994
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