7.8.14

Avete letto mai? Da Salvatore Di Giacomo (S.L.L.)

E' – da me riadattata in lingua nazionale – la poesia di congedo della prima raccolta vernacolare di Salvatore di Giacomo, i Sonetti (1884): Avite maie liggiuto quarche cosa. Non vale granché, – credo – per concetto e immagini, ma, dato che invecchiando ho la memoria lunga e la lacrima facile, a me ha ricordato il fiore appassito che trovai in un libro di Mao e la Canzone dell'amore perduto di De André (“...ma come fan presto, amore, ad appassir le rose!”); e mi ha commosso. (S.L.L.)
Avete letto mai qualcosa che,
volando con la mente, là per là,
v'ha fatto ricordare un fiore secco,
una fronda di rosa, una canzone?

Viviamo di ricordi. A poco a poco
fredda cenere noi diventeremo,
ma sotto quella cenere anche il fuoco
dei tempi belli si nasconderà.

Va, o libro, circondato da angioletti,
sveglia quel fuoco e non lo far scemare,
un fiore secco, un ciuffo di capelli 
a chi ti legge tu fa' ricordare.  

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