Abbracciata io l'aveva.
Mentre affannoso delle
cieche ebbrezze
Sul limitare cieco
brancolavo
E accelerati colpi
replicavo
Sopra la porta di eterne
dolcezze:
All'improvviso sopra la
mia schiena
S'alzò e ricadde
martellando sordo
E ritmico il suo piede.
Fu il ricordo
Dell'attimo fuggente,
nella piena
Fantastica l'appello
della morte.
Ardendo disperatamente
allora
Raddoppiai le mie forze a
quell'appello
Fatidico e ansimando la
dimora
Varcai del nulla e
dell'ebbrezza, fiero
Penetrai, nel fervore
alta la fronte
Impugnando la gola della
donna
Vittorioso nel mistico
maniero
Nella mia patria antica del gran nulla.
Nella mia patria antica del gran nulla.
dal Quaderno in CAMPANA, Opere e contributi, a cura di E.Falqui, Vallecchi, 1973
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