Un passaggio importante
nella vicenda dell'ultimo Pci è rappresentato dalla partecipazione
del Segretario del partito ad una trasmissione televisiva di
intrattenimento leggero, cosa che né Togliatti né Berlinguer
avevano mai fatto, anche se il secondo aveva ricevuto più di un
invito.
Di sicuro esagero e l'analisi va condotta con più precisione, evidenziando le sfumature, ma a me sembra che mai come in questo caso – per dirla con MacLuhan – “il mezzo fosse il messaggio”. L'utilizzazione di quello spazio televisivo da parte del leader comunista segnalava l'omologazione, la fine della “diversità” cara a Berlinguer.
Se ne avvide e, con la grazia che lo caratterizzava, lo fece notare Beniamino Placido nel commento che qui è postato. Da leggere. (S.L.L.)
Di sicuro esagero e l'analisi va condotta con più precisione, evidenziando le sfumature, ma a me sembra che mai come in questo caso – per dirla con MacLuhan – “il mezzo fosse il messaggio”. L'utilizzazione di quello spazio televisivo da parte del leader comunista segnalava l'omologazione, la fine della “diversità” cara a Berlinguer.
Se ne avvide e, con la grazia che lo caratterizzava, lo fece notare Beniamino Placido nel commento che qui è postato. Da leggere. (S.L.L.)
Anche Natta. Anche lui.
Anche il segretario del Pci è andato da Raffaella Carrà, ieri sera.
Perché: che c'è di strano, che c'è di male?
Per carità: niente di
male, niente di strano. "Buonasera Raffaella", che è
andata in onda ieri sera, come ogni giovedì sera, su "Raiuno",
è una normale trasmissione televisiva di intrattenimento: come tante
altre. Anzi, più di tante altre.
Nella prima puntata, ha
provveduto a santificare una unione irregolare fra due fidanzati che
vivevano sotto il medesimo tetto pur senza essere sposati (ohibò!)
unendoli nel sacro vincolo del matrimonio: "coram populo",
in diretta. Ma nelle puntate successive ha fatto di più. E' passata
dai sentimenti ai miracoli. Come quella volta che il ministro della
Difesa Spadolini ha concesso il congedo illimitato a un soldato con
moglie ammalata. Come quella volta che il ministro della Pubblica
istruzione Franca Falcucci ha concesso la maestrina che ci voleva
alla bambina delle isole Eolie. Come ieri sera, quando Raffaella ha
ottenuto (o quasi) una costosissima, modernissima apparecchiatura per
intervenire sul cuore di un bambino ricoverato presso l' ospedale di
Bergamo.
Naturalmente non abbiamo
nulla contro i miracoli. Anche perché non sono di nostra competenza.
Però persone degne di fede ci hanno assicurato che i miracoli non
confermano la Fede: la insidiano. Dio non è un prestigiatore. Tanto
è vero - lo sappiamo tutti - che Gesù, insidiato dal diavolo nel
deserto, si rifiutò di trasformare le pietre in pane (Luca IV:
1-13). Allo stesso modo, lasciateci dire che questi miracoli
burocratici fatti "in diretta" non rafforzano la
democrazia. La democrazia essendo quel sistema di governo in cui le
cose alle quali si ha diritto - dal congedo illimitato alla maestrina
patentata all' efficienza ospedaliera - dovrebbero essere ottenute
non per grazia (televisiva) ma per giustizia.
"Buonasera
Raffaella" è una trasmissione popolar-taumaturgica, dove la
semplice imposizione delle mani di Raffaella opera il miracolo. Cosa
ci è andato a fare l'onorevole Natta ieri sera? Oltretutto egli è
il capo di un partito di opposizione. Non ha il potere, non è al
governo. Lui, i miracoli non li può fare. Eppure ieri sera ci è
andato, perché? Ci è andato - perbacco - per far vedere che i
miracoli li sa fare anche lui.
Si è fatto dire da
Raffaella che è un bell'uomo ("grazie: e lei è così brava").
Si è fatto rammentare da Raffaella che lui è di Oneglia, come
Edmondo De Amicis, autore del libro Cuore. Libro che lui
riscriverebbe oggi ma con l'occhio (e il cuore, si è capito) rivolto
soprattutto ai giovani (ma chi l'avrebbe detto?). Si è fatto
chiedere da Raffaella: come sono gli italiani? "Sono buoni, sono
generosi" (altroché: "anema e core"). Si è fatto
domandare, infine, se è vero che possiede una chiesetta e che la
darebbe volentieri purchè ci fosse un sacerdote disposto ad
officiarvi. E' vero! Quindi è partito il pubblico appello,
televisivo, in diretta (se non è un miracolo questo: "c'è una
casetta, amor, nascosta in mezzo ai fior").
Insomma, abbiamo capito: l'onorevole Natta è andato da Raffaella mosso dal vecchio desiderio del Pci di dimostrare di essere "come tutti gli altri". Perché non andare da Raffaella? Così fan tutte. Così fan tutti. Facciamo così anche noi. Dimostriamo che anche noi comunisti siamo buoni e generosi. Abbiamo un cuore. Anzi il Cuore di De Amicis. Forse non un cuore e una capanna (il problema casa è ancora aperto) ma un cuore e una chiesetta, sì. Non c'è dubbio che in questo modo i comunisti riusciranno benissimo a dimostrare di essere buoni e generosi "come tutti gli altri". In fondo è da quarant'anni che ci provano. E molto spesso ci sono riusciti. Anche troppo. Ma è proprio quello che da loro - e di loro - non vorremmo. Noi li vorremmo un po' "diversi". Un po' cattivi. Meno concilianti. Meno accomodanti. Politicamente e culturalmente più incisivi.
Insomma, abbiamo capito: l'onorevole Natta è andato da Raffaella mosso dal vecchio desiderio del Pci di dimostrare di essere "come tutti gli altri". Perché non andare da Raffaella? Così fan tutte. Così fan tutti. Facciamo così anche noi. Dimostriamo che anche noi comunisti siamo buoni e generosi. Abbiamo un cuore. Anzi il Cuore di De Amicis. Forse non un cuore e una capanna (il problema casa è ancora aperto) ma un cuore e una chiesetta, sì. Non c'è dubbio che in questo modo i comunisti riusciranno benissimo a dimostrare di essere buoni e generosi "come tutti gli altri". In fondo è da quarant'anni che ci provano. E molto spesso ci sono riusciti. Anche troppo. Ma è proprio quello che da loro - e di loro - non vorremmo. Noi li vorremmo un po' "diversi". Un po' cattivi. Meno concilianti. Meno accomodanti. Politicamente e culturalmente più incisivi.
“la Repubblica”, 10
gennaio 1986
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