8.6.12

Le peripezie dei Sei personaggi. Una lettera di Luigi Pirandello.

Una lettere cortese e ironica, dolceamara, di Pirandello a Vera Vergani, un'attrice di valore che interpretò molti drammi pirandelliani. Vi si racconta di una copia dei Sei personaggi perennemente in viaggio e di un dolore recente. (S.L.L.)

A VERA VERGANI, COMPAGNA DI LAVORO

Roma, 22 settembre 1921
Mia gentile Amica,
l'arrivo de I sei personaggi da Brescia, così, senza un rigo d'accompagnamento, non so dirvi quanto mi fece arzigogolare per parecchi giorni, giacché quell' arrivo mi si rappresentò subito come un viaggio di ritorno dopo il viaggio d'andata che io avevo fatto fare ai suddetti Sei personaggi, in tre copie, a Brescia: una copia per Voi, una per Dario, una per Almirante. Veramente queste tre copie erano andate prima a Siena presso la villa del Conte Sergardi, e m'erano tornate indietro respinte al mittente, perché il destinatario, già partito, non aveva lasciato il suo nuovo indirizzo (così stava scritto sulla fascia).
Appena aprii il pacchetto col timbro: Compagnia drammatica italiana diretta da Dario Niccodemi e vi trovai dentro una copia de I Sei personaggi, mi sentii come perseguitato da un cronico respingimento al mittente di essi Sei personaggi. Ma per fortuna, sulla copertina vidi segnato a lapis, di traverso, un nome e, sotto, una data: Mimy, 1921. Dico per fortuna, perché se non avessi visto questo nome e questa data, avrei scaraventato il libro fuori della finestra, proprio col furore d' un “perseguitato”.
Non faccio per dire, ho un certo ingegno, e capii subito che doveva trattarsi d'una Mimy che voleva la mia firma su quel libro. Ma quale Mimy? Ho dovuto aspettare fino a “jeri” per saperlo. E oggi vi rimando firmato il libro, non senza la preghiera di ammirare la mia sollecitudine, a cui nessuno crede.
Grazie, mia gentile Amica, delle vostre affettuose parole e anche di quanto mi dite del mio povero Nino Martoglio!
Ho potuto scherzare, scrivendovi, perché posso sempre scherzare, affacciandomi alla finestra d'un mio nuovo dolore. E questo vi assicuro che è stato forte e che mi durerà a lungo, perché ho perduto un amico, vero e raro. E in che modo, poi! Basta. Ci rivedremo presto a Milano.
Abbiatevi, cara Amica, il saluto più affettuoso e devoto del vostro
Luigi Pirandello

Da "la Repubblica" - "Mercurio", 18 novembre 1989 

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