Oscar Niemeyer (1907 - 2012) |
Il ritratto che segue di
Oscar Niemeyer, breve e sugoso, fu scritto per “Il Fatto”, in
occasione del 104° compleanno dell'architetto brasiliano. Niemeyer,
figura di primo piano dell'architettura del Novecento, morì di ictus
qualche mese dopo mantenendo fino alla morte gli ideali comunisti.
Il suo comunismo viene però sistematicamente rimosso o
marginalizzato, come se si trattasse di un incidente di percorso,
senza alcuna ricaduta sulla sua arte e non invece – come in effetti
fu – di una importante fonte di ispirazione. Accade lo stesso,
molti anni dopo la morte, per Pablo Picasso il cui comunismo è
spesso ignorato dalle storie dell'arte, persino da quelle che in
genere non tacciono le idee politiche degli artisti. (S.L.L.)
Rio de Janeiro, Museo d'arte moderna (1996). Opera di Oscar Niemeyer |
Qual è il segreto di
Oscar Niemeyer per vivere una vita così lunga, intensa e feconda?
Sono stati in molti a chiederselo ieri sera a Rio de Janeiro, dove
l'immortale architetto carioca ha festeggiato 104 anni con familiari,
amici ed esponenti della cultura brasiliana, uniti nel celebrare il
compleanno del mito dell'architettura brasiliana e mondiale.
Lucido come lo sono pochi
alla sua età, l'instancabile "Oscar" non smette di
progettare nella vita. Proprio ieri il governatore del "Distrito
Federal" Agnelo Queiroz, ha voluto regalargli l'inaugurazione
della sua ultima opera costruita a Brasilia, la “Torre Digital”,
lo spettacolare torrione alto 185 metri che sarà la prossima
attrazione turistica. Ma Niemeyer non ha voluto politici nel
magnifico studio di Copacabana, dove si trovano appesi sui muri gli
schizzi e le planimetrie dei suoi ultimi progetti, come quello di una
grande moschea in Algeria e il museo dedicato al "Rei do Futebol
brasileiro" Pelé. Ogni giorno, nel mondo, migliaia di persone
entrano ed escono nei sinuosi e sensuali edifici da lui progettati.
Niemeyer ama la linea curva e la utilizza in maniera inconfondibile:
per questo viene considerato come uno scultore monumentale più che
un architetto. Il sociologo Domenico de Masi ha detto che Niemeyer
pensa al mondo non come se fosse una linea retta ma "curva",
proprio come Einstein. De Masi si riferisce all'odio che nutre
l'architetto per l'angolo retto e la sua grande passione per
l'astrofìsica, la cosmologia e le linee curve della natura e delle
"mulheres", le donne, che ne hanno influenzato l'estetica e
la vita.
Religiosamente ateo,
Oscar è stato un pioniere nell'uso del cemento armato come elemento
espressivo architettonico. Con Lucio Costa, amico e professore di
facoltà, Niemeyer ha coronato il sogno di molti architetti, quello
di progettare una città: Brasilia. Ma per Oscar il lavoro non è
importante: "La vita è sempre al di sopra di tutto, è lei che
cambia l'architettura", ha detto. E probabilmente proprio questo
il segreto a rendere il maestro dell'architettura così longevo e,
forse, felice; queste suo amore per la vita, la sua passione a
celebrarla; la proverbiale semplicità che l'ha portato a rispettare
e costruire per la gente comune, il popolo. Affiliatosi al Partito
comunista nel 1945, e auto esiliatosi in Francia durante la dittatura
militare in Brasile, l'architetto ha sempre difeso i diritti della
classe lavoratrice. "Niemeyer ed io siamo gli ultimi comunisti
di questo pianeta", disse Fidel Castro, quando andò a trovarlo
nel suo studio. In giovinezza lo scapestrato Oscar è stato un grande
bohemien, grande
frequentatore del Café Lamas, del Club Fluminense e del "bairro"
dì Lapa. "Devi fare quello che ami, altrimenti finirai per
lavorare". Il detto è di Roberto Rossellini e calza
perfettamente alla vita dell'ultracentenario brasiliano, il quale ha
invitato anche gli amici sambisti Paulinho da Viola e Jorge Aragao,
con il quale ha discusso dell'arrangiamento musicale del "Samba
do arquiteto" che fu composto dall'architetto nel 1962.
Nonostante i ricoveri ospedalieri, ancora oggi l'architetto - che ha
disegnato anche sculture e bellissimi mobili - ama bere vino e fumare
cigarrinhos; e lo fa spesso al Terzetto, il ristorante
italiano a Ipanema, dove va una volta a settimana a cenare con la sua
ex segretaria, Vera Lucia Cabreira, con cui si è sposato per la
seconda volta, a 98 anni.
“Il Fatto”, 16
dicembre 2011
Nessun commento:
Posta un commento