Dal necrologio di Arthur Miller scritto per l'Unità da Furio Colombo riprendo qui la parte iniziale. (S.L.L.)
Joseph McCarthy e Arthur Miller nei primi anni '50 |
Alcune immagini restano in mente di
lui: come la ripresa filmata della seduta al Senato degli Stati Uniti. Arthur
Miller, giovanissimo autore di teatro già famoso, già noto nel mondo, tiene
testa al senatore Mc Carthy, che lo accusa di comunismo, rifiuta di fare nomi
di complici, rifiuta persino di vendicarsi
del fraterno amico Elia Kazan, che lo ha denunciato per liberarsi dalla
persecuzione. Dice del suo accusatore in udienza: «È un grande regista».
Ma non si lascia piegare dal
senatore della caccia alle streghe che agita un pezzo di carta e gli intima:
«Abbiamo tutto scritto qui, confessi». Un cameraman è riuscito a filmare Mc
Carthy alle spalle: il foglio d’accusa era bianco. La folla che aspettava fuori
ha accolto Arthur Miller con un grande applauso. JosephMc Carthy, di
professione calunniatore e cacciatore di streghe, cominciava a finire in quel
momento. Arthur Miller, per molti americani, è nato allora e non è più uscito dalla
scena dell’impegno politico.
Mi diceva che gli piaceva
definirsi antifascista perché aveva combattuto in Italia e aveva visto bene che
cosa era il fascismo.
l'Unità, 12 febbraio 2005
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