11.2.14

"Mia cara Buenos Aires". Una poesia di Juan Gelman

Juan Gelman
Seduto in cima a una sedia sfondata,
ubriaco, malridotto, sopravvivo
e scrivo versi dopo aver pianto
per la città in cui sono nato.

Bisogna tenerli prigionieri.


Anche qua sono venuti alla luce
figli miei cari che in tutto questo
soffrire ti addolciscono con la bellezza.
Bisogna imparare a resistere.


Né ad andarsene via
né a rimanere.
A resistere.
Anche se di certo
ci sarà ancora più dolore senza memoria.



traduzione Paolo Ruffilli, in http://lapresenzadierato.wordpress.com/

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