Invernale. Una fotografia di Dani Purcaru |
Sul “Corriere” Isabella Bossi
Fedrigotti cura la rubrica La lettera, che consiste appunto nella
pubblicazione della missiva di un lettore, cui si dà – se pare il caso –
risposta. Il 28 gennaio scorso la lettera aveva come tema i “giorni della
merla”, quegli ultimi giorni di gennaio considerati per tradizione i più rigidi
dell’intero anno. Ne era autore tal Pellegrino. Riprendo qui il suo testo, che
soddisfa molte curiosità, con la breve risposta della giornalista. (S.L.L.)
La lettera
Gentile signora,
mi domando: è mai possibile che
si seguiti a prestar fede alla panzana dei tre dì de la Merla, e cioè che gli
ultimi tre giorni di gennaio siano i più freddi dell’anno, come starebbe a
testimoniare quella merla che per ripararsi dal gelo andò a posarsi sull’orlo
di un comignolo fumante e dopo, da bianca che era, per la caligine divenne più
nera della notte; e così pure tutti i suoi simili?
Via, smettiamola di credere a
queste fanfaluche e consultiamo piuttosto la fornitissima biblioteca di Don
Ferrante il quale, a detta del Manzoni, era oltremodo versato «in fatto di
storia, specialmente universale: nella quale i suoi autori erano il Tarcagnota,
il Dolce, il Bugatti, il Campana, il Guazzo, i più riputati in somma».
Ebbene, costoro ci rivelerebbero
come, al tempo di Mediolanum, Giulio Cesare, di ritorno dalle Gallie,
incaricasse un certo Cornelio Merula, sacerdote del sommo Giove nonché valente
astronomo, di riformargli il calendario. Che fece costui? Semplice. Prese a
prestito tre giorni di febbraio e li aggiunse a gennaio, e così da allora
furono chiamati i giorni di Merula che poi il popolino, solito a storpiare i
nomi di cui non intende bene il significato, ribattezzò di Merla.
Ma siamo poi sicuri che i giorni
della Merla siano davvero i più freddi dell’anno? E l’«effetto serra» dove lo
mettete? Vogliamo scommettere che quest’anno i fatali tre giorni non saranno
poi tanto gelidi, un po’ come capitò nel lontano 1948? Quel gennaio fu infatti
caratterizzato da un capriccioso alternarsi di splendide giornate di sole e di
massicci annuvolamenti apportatori di piogge che, tuttavia, non si tramutarono
quasi mai in nevicate per via delle temperature miti. E così il Comune dovette
tenere nei depositi gli spartineve di cui s’era provvisto per riscattare la
figuraccia dell’anno prima allorché un’eccezionale nevicata aveva colto tutti
impreparati. La benigna combinazione climatica indusse un precoce risveglio
della natura, sì che gli acciottolati cittadini, le soglie delle case e,
persino, le crepe nei marciapiedi si ricoprirono di un verdeggiante manto di
erbetta, gli alberi s’imperlarono di gemme e i cespugli di sambuco dei Giardini
e del Parco aprirono i loro bottoni in anticipo. E dei tre dì de la Merla,
manco a parlarne.
Bruno Pellegrino
La risposta
Ringraziandola per le
interessanti informazioni, temo, tuttavia, che quest’anno lei perderà la sua
scommessa. Per domani 29 è, infatti, addirittura annunciata neve su Milano con
temperature in notevole calo un po’ dappertutto: nonostante l’effetto serra.
Svelato il mistero della «merla», resta però da capire perché i suoi tre giorni
siano tradizionalmente considerati i più freddi.
Isabella Bossi Fedrigotti
dal Corriere della Sera 28
gennaio 2014
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