Io non sono affatto convinto che
l'insigne nipotina ignorasse del tutto il vizietto del marito sposato a
Predappio. Per i fascisti (e per le fasciste) l'uomo è cacciatore e le
scappatelle occasionali o le visite al bordello, se non intaccano il sacro
vincolo della famiglia, sono assolutamente tollerabili. E la stessa affezione
per le minorenni, oltre che come segno di virilità, è interpretata come
“giovinezza giovinezza”. Alla illustre nipotina è capitato di difendere perfino
le trasgressioni di nonno Benito oltre che quelle di zio Silvio.
E' certo che, se in
passato l'onorevole diceva a se stessa "non voglio sapere", ora non
può più far finta di niente e pertanto caccia il marito di casa, cerca rifugio da mamma Scicolone;
ma credo che per lei siano drammatici soprattutto i riflessi politici e di
carriera. Da aspirante matriarca guarda come modello più a nonna Rachele che a
Claretta. La seconda morì col suo Duce, col suo Ben. La prima, da vedova del
Presidente del Consiglio, ricevette la pensione.
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