Bucharin era stato definito da
Lenin “la pupilla negli occhi del partito” per la sua lungimiranza di teorico. Alleato
di Stalin nella lotta contro Trotzky, Kamenev e Zinoviev degli anni Venti
invano contrastò la “svolta” del 1929, che assimilava la socialdemocrazia al
fascismo (la teoria del “socialfascismo”) e ipotizzava una imminente
rivoluzione proletaria in Europa. Dovette subire le scelte di Stalin che
comportavano, all’interno dell’Urss, un ritorno ai metodi del “comunismo di
guerra”. Fu infine la più illustre vittima delle “purghe” che nel 1936
liquidarono grandissima parte della vecchia guardia bolscevica. Bucharin morì
sul patibolo il 15 marzo del 1938, in piedi.
Qualche giorno prima aveva
scritto la lettera testamento che qui recupero da un articolo di documentazione
su “l’Espresso” di Mauro Calamandrei. Non c’è data nel ritaglio, ma è del marzo
1978, anniversario della morte del grande rivoluzionario russo. (S.L.L.)
Lascio la vita. Abbasso la testa
alla scure proletaria che dev’essere spietata ma anche virginale. Sento tutta
la mia impotenza davanti a una macchina infernale che, con metodi medievali, ha
acquisito forze gigantesche, fabbrica calunnie organizzate, agisce arditamente
e fiduciosa... Attualmente, la maggior parte dei cosiddetti organi del Nkvd
sono un'organizzazione degenerata di burocrati, senza idee, corrotti, ben
pagati che sfruttano l'autorità svanita della Ceka per provvedere alle
ossessioni morbose di Stalin (temo dire di più) nella corsa verso rango e fama,
architettando i loro casi limacciosi, non rendendosi conto che, allo stesso tempo,
distruggono se stessi. La storia non tollera i testimoni di atti sporchi.
Qualsiasi membro del Cc, qualsiasi tesserato del partito può essere cancellato
da costoro, trasformato in traditore, terrorista, "deviazionista" e
spia. La mia "unica" testa, colpevole di niente, trascinerà migliaia
di altre teste innocenti.
Sono vissuto nel partito da
quando avevo 18 anni e lo scopo della mia vita è sempre stato quello di
combattere per gli interessi della classe operaia, per la vittoria del
socialismo. Ma in questi giorni il giornale con il sacro nome di
"Pravda" pubblica la più sporca delle bugie: che io, Nikolai Bucharin,
ho voluto distruggere i trionfi dell'ottobre per ripristinare il capitalismo in
Urss. Questa è un'insolenza senza precedenti, è una bugia che può essere
eguagliata in irresponsabilità e insolenza verso il popolo solo da una bugia
come questa: è stato scoperto che Nikolai Romanov ha dedicato tutta la sua vita
alla lotta contro il capitalismo e la monarchia, alla lotta per la realizzazione
di una rivoluzione proletaria...
Faccio appello a voi, future
generazioni di leader del partito cui toccherà la missione storica di dissipare
la nuvola di crimini che cresce sempre più grande in questi tempi paurosi...
Faccio appello a tutti i membri del partito, in questi che sono gli ultimi
giorni della mia vita. Non sono mai stato un traditore: avrei dato senza
esitazioni la mia vita per quella di Lenin, ho amato Kirov, e non ho preso
iniziative contro Stalin. Chiedo ad una giovane ed onesta generazione di leader
del partito di leggere la mia lettera ad un plenum del partito, di discolparmi
e di riabilitarmi.
Sappiate, compagni, che su quella bandiera che voi porterete nella vittoriosa marcia verso il comunismo, c'è la mia goccia di sangue.
Sappiate, compagni, che su quella bandiera che voi porterete nella vittoriosa marcia verso il comunismo, c'è la mia goccia di sangue.
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