,, Le due torri di New York vengono fatte crollare con un immondo attacco terroristico, la nazione che si fa paladina della civiltà occidentale sparge il terrore in Afghanistan con bombardamenti indiscriminati, i cosiddetti terroristi palestinesi si fanno saltare in aria uccidendo donne e bambini israeliani, gli israeliani seminano il terrore coi loro carri armati uccidendo donne e bambini palestinesi, e poi ci sono i terroristi dell'Ira, dell'Eta, delle Brigate rosse e tanti di altre organizzazioni che mi sfuggono.
Ebbene, da mesi e mesi, all'Onu,
parlando tutti convenzionalmente la stessa lingua, l'inglese, non riescono a
dare una definizione, valida per un qualsiasi dizionario, della parola
«terrorismo».
Quando ero piccolo, c'era nella
campagna di mio nonno un anziano contadino che amava raccontarmi storie fantastiche.
Un giorno mi disse di un mostro vissuto da quelle parti al tempo degli antichi
che si chiamava «Gufia», forse una deformazione di Golia, non so. Era un mostro
perché, pur essendo un essere umano come tutti gli altri, aveva due teste.
Queste due teste parlavano due lingue diverse e non riuscivano tra loro a
capirsi. Allora a Gufia, certi giorni che le due teste cominciavano tra di loro
ad altercare senza riuscire a spiegare il perché, saltavano i nervi e si
metteva ad ammazzare tutti quelli che incontrava per strada.
Ci sono voluti anni e anni per
scoprire che non si trattava di una leggenda, per rendermi conto che Gufia
continua a esistere e che non è un mostro: è, molto semplicemente, l'uomo.
da Come la penso, Chiarelettere, Milano, 2013
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