Ho trovato questo pezzetto, in
video e in scrittura alfabetica, nel nuovo quotidiano “Pagina 99”. E' interpretazione suggestiva, ma di certo unilaterale, questa del filosofo che
acquistò fama mediatica grazie alle collaborazioni
con Battiato. (S.L.L.)
Là dove domina l’elemento
insulare è impossibile salvarsi.
Ogni isola attende impaziente di
inabissarsi.
Una teoria dell’isola è segnata
da questa certezza. Un’isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si
sorregge sui flutti, sull’instabile. Per ogni isola vale la metafora della
nave: vi incombe il naufragio. Il sentimento insulare è un oscuro impulso verso
l’estinzione. L’angoscia dello stare in un’isola come modo di vivere rivela l’impossibilità
di sfuggirvi come sentimento primordiale.
La volontà di sparire è l’essenza
esoterica della Sicilia.
Poiché ogni isolano non avrebbe
voluto nascere, egli vive come chi non vorrebbe vivere: la storia gli passa
accanto con i suoi odiosi rumori ma dietro il tumulto dell’apparenza si cela
una quiete profonda. Vanità delle vanità è ogni storia.
La presenza della catastrofe
nell’anima siciliana si esprime nei suoi ideali vegetali, nel suo taedium storico, fattispecie del
nirvana. La Sicilia esiste solo come fenomeno estetico. Solo nel momento felice
dell’arte quest’isola è vera.”
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