New York, Liberty Plaza, Manifestazione di "Occupy Wall Street" |
Lasciatemi raccontare una vecchia
barzelletta dei tempi del comunismo. Un tizio fu mandato dalla Germania Est a
lavorare in Siberia. Sapeva che tutte le sue lettere sarebbero state lette
dalla censura, e perciò ne parlò con un suo amico: «Stabiliamo un codice: se
riceverai una mia lettera scritta con l'inchiostro blu, le cose che dico sono
vere; se la lettera sarà scritta in rosso, sono false». Dopo un mese l'amico
riceve la prima lettera, scritta con l'inchiostro blu: «Qui è tutto bellissimo.
I negozi sono pieni, il cibo è abbondante, le case sono spaziose e ben
riscaldate, al cinema fanno vedere film dell'Ovest, ci sono ragazze bellissime
e disponibili - la sola cosa che non si trova è l'inchiostro rosso».
E non è uguale la nostra
situazione, oggi? Abbiamo tutte le libertà che vogliamo, l'unica cosa che ci
manca è l'inchiostro rosso. Ci sentiamo liberi solo perché non abbiamo un
linguaggio per articolare la nostra mancanza di libertà. Mancanza di inchiostro
rosso significa che, oggi, tutti i termini principali per descrivere il
conflitto presente - «guerra al terrore», «democrazia e libertà», «diritti
umani» eccetera - sono termini falsi, che confondono la nostra percezione della
realtà invece di aiutarci a comprenderla.
Voi, qui, voi state dando a tutti
noi un po' di inchiostro rosso.
dal Discorso ai manifestanti di "Occupy Wall Street"; Liberty
Plaza, New York, 10 ottobre 2011
Nella rubrica di Alberto
Piccinini Vuoti di memoria – “il
manifesto”, 12/10/2011
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