E’ uscito sul finire del 2013 per
Lieto Colle un libretto di poesia che merita una segnalazione speciale, un Piccolo epistolario in versi. Ne sono
autori Walter Cremonte e Paolo Ottaviani, perugini d’elezione se non di
nascita, e affronta, con la semplicità che solo i poeti talora felicemente
affiancano all’intensità e alla profondità, temi gravi, di grande rilevanza.
L’epistolario si compone di brevi
lettere in versi che – a quanto pare – gli autori si sono effettivamente
scambiati dal 15 luglio al 1° ottobre del 2012 ed ha come principale
riferimento, come vero e proprio interlocutore, Giacomo Leopardi, corroborato
dalla lettura che ne fecero Aldo Capitini e Walter Binni.
Comincia con una domanda
radicale. Dall’Amiata ove nella natura si avverte più che altrove il “mutuo
soccorso” che permette una difficile sopravvivenza Cremonte chiede se non sia
perduto, perduto per sempre il patto “che rese l’umano / più forte”. Il tema è
posto: la distruzione del vincolo sociale nel tardo capitalismo. Paolo risponde
da Perugia: “la natura è più saggia”; e, poi, dal monte Vettore ove compare una
croce piegata dalle nevi.
Tralasciamo di seguire tutto il
dialogo giacché è caro, al lettore di poesia, sorprendersi per una deviazione
del linguaggio o del ragionamento, per una inattesa solennità, per un levarsi o
inchinarsi del tono; e nello “scriversi poetando” sia di Cremonte che Ottaviani
non mancano scarti di questa natura, benché al primo sia prevalentemente
affidata la provvisoria sintesi, e al
secondo l’ulteriore dubbio. Lo scambio
si chiude con un Elogio del dubbio (titolo
non casualmente brechtiano), con cui Cremonte sembra accettare la
raccomandazione di Ottaviani, di evitare il generale, l’astratto, attenendosi
al particolare, al “baratto di panìco” e all’“amore distratto” del merlo.
La qualità del discorso poetico
resta sempre assai alta, pur nelle differenze legate alla fisionomia dei due
compagni di lettere: Ottaviani è qui – ovviamente – meno sperimentalista del
solito, ma non rinuncia al suo plurilinguismo (e non mi riferisco – ovviamente
– solo agli inserti in inglese);
Cremonte non rinuncia alla sua “arte del levare”, pur dovendo lasciar
intatte le tessiture di lingua indispensabili alla colloquialità. Per Ottaviani
la “vetta” mi pare essere la profezia de I
falò dell’aldiquà, per Cremonte Notizia,
che riprendo integralmente, perché molto appropriata al contesto giornalistico:
Ed ecco la notizia
udita oggi alla televisione:
essendo aumentato a dismisura
il numero dei costretti a cercare
dentro i bidoni della spazzatura
qualcosa da mangiare
il vicino supermercato ha badato
a sigillare l’apertura dei bidoni
così da impedire il libero
dispiego
della libera concorrenza
alimentare.
Caro Paolo, questa la notizia
questa la pena.
questa la pena.
"micropolis" - febbraio 2014
Nessun commento:
Posta un commento