Maglia rosa
Nel 1931 per la prima volta al
capoclassifica viene data la maglia rosa, che lo rende riconoscibile alla folla
e sponsorizza la Gazzetta dello Sport. Primo a indossarla, il 10 maggio, è
Learco Guerra.
L’omaggio di D'Annunzio
Nel 1936 la diciannovesima tappa
si conclude a Gardone Riviera, in omaggio a Gabriele d'Annunzio, che saluta i
corridori con ventuno cannonate (a salve) esplose dal Vittoriale. «Tutte le
vittorie sportive debbono essere salutate col fuoco», urla il poeta.
Ciclisti e soldati
Alla vigilia del Giro del 1940,
il direttore della Gazzetta Bruno Roghi scrive: «Chi fa sport è - in attesa e
in potenza - un soldato» e mescola all'evento agonistico riflessioni sul «nuovo
popolo germanico, uscito dalla palestra, con volto nuovo, che sbalordisce il
mondo con le sue imprese», concludendo l'articolo così: «Il Giro d'Italia vuole
essere - e sarà - una testimonianza maschia di ardimento, lealtà agonistica,
fierezza!».
Robot
«Banali è un uomo, Coppi un
robot» (Malaparte).
Notizie tratte da: Mimmo
Franzinelli, Il Giro d’Italia,
Feltrinelli, su “La Stampa”, 18 maggio 2013
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