Un grande filologo, Dino Baldi,
utilizzando testi e documenti interni al mondo ecclesiastico, talora
addirittura ufficiali, ha redatto un libro che vivamente si
consiglia: Vite efferate dei papi,
Quodlibet, 2015, da cui ho ripreso questo frammento, l'incipit del
capitolo che ha come protagonista Giovanni XII (955-964).
Qui
brevemente si racconta di un papa che lo precedette qualche decennio,
probabilmente figlio di un altro papa, Sergio III (904-911): Giovanni
XI che ascese al soglio di Pietro nel 931, all'età di 21 anni.
Baldi
ha utilizzato come fonti coeve il Liber de rebus gestis
Ottonis, di Liutprando di
Cremona e il Chronicon
di Benedetto del Soratte, e gli Annales ecclesiastici
compilati da Cesare Baronio a
cavallo tra sedicesimo e diciassettesimo secolo. (S.L.L.)
I
due papi che seguono Giovanni X nei cataloghi della Chiesa sono Leone
VI e Stefano VII, entrambi eletti con la compiacenza di Marozia per
prendere tempo in attesa che il figlio avuto da papa Sergio arrivasse
all’età giusta per il soglio. Leone fu spodestato e morì in
carcere, Stefano venne avvelenato e finalmente, a marzo del 931, il
figlio di Marozia diventò papa, e fu l’undicesimo Giovanni nella
storia della Chiesa.
Dopo
la morte del marito Guido, Marozia voleva sposarsi col fratello di
lui, Ugo di Provenza, incoronato re d’Italia a Pavia nel 9Z6 e già
unito in matrimonio con una nobile delle sue parti. Per convincerlo
ad annullare quelle prime nozze e passare sopra anche all’incesto
fra cognati, pare che Marozia abbia proposto al figlio papa una notte
d’amore e che lui abbia accettato; ed era del resto una donna
bellissima alla quale era difficile resistere. In questo modo evitò
la scomunica e poté avviarsi verso il suo terzo matrimonio, col
quale sperava di aggiungere al titolo senatrice quello di regina.
Le
nozze si svolsero con la benedizione del papa a Castel Sant’Angelo.
Alberico, figlio di primo letto di Marozia, fu costretto dalla madre
a far da paggio e versò per sbaglio un po’ d’acqua sulle mani
del re, che per tutta risposta lo colpì al viso. Una simile offesa a
un romano da parte di un barbaro era un’offesa a Roma: il popolo
prese le armi, e guidato da Alberico assaltò il Castello. Ugo fuggì
in camicia da notte calandosi con una fune dalle mura e tornò con le
sue truppe in Lombardia. Alberico mise in carcere la madre e chiuse
il fratello papa in Laterano. Da quel momento Giovanni XI visse sotto
tutela e poté occuparsi solo delle questioni spirituali, mentre
Alberico teneva il governo di Roma come princeps atque omnium
romanorum senator. Morì a venticinque anni nel gennaio del 936, e si
dice che venne sepolto nella stessa tomba del padre Sergio. Marozia
invece lasciò il mondo vecchissima, dopo aver passato più di
cinquantanni nella cella di un convento, isolata da tutto e da tutti.
Il
regno di Alberico durò invece 22 anni e quattro papi. E tutti furono
esclusi dal potere temporale.
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