«È assolutamente
demenziale… Cioè, nel senso che è assurdo. Non puoi obbligare a
vaccinare i bambini». Con queste parole giovedì sera, durante la
trasmissione Virus in onda su Rai2, Gabriele Ansaloni – in arte Red
Ronnie – rispondeva alla domanda di Nicola Porro: «È obbligatorio
o no vaccinare i bambini?». E di seguito inanellava una serie di
terrificanti sciocchezze, dalle morti bianche alla poliomielite, dal
tetano all’allattamento materno fino al vaiolo.
E mentre Maria Antonietta
Farina Coscioni cercava di arginare le affermazioni sgangherate di
Red Ronnie, in collegamento da Milano era in attesa Roberto Burioni,
professore di microbiologia e virologia all’Università Vita-
Salute San Raffaele. Al quale Porro avrebbe dato la parola per pochi
istanti solo verso la fine della trasmissione.
Giusto il tempo di
smentire la correlazione tra vaccini e autismo che, pur essendo stata
negata da un’infinità di studi, continua pericolosamente a fare
proseliti. Pur mantenendo un notevole aplomb durante la trasmissione,
il giorno dopo Burioni ha pubblicato un lungo, durissimo intervento
sul suo frequentatissimo profilo Facebook in cui lamentava l’iniquità
del tempo concesso, aggiungendo: «Mi chiedo come il ministro della
Salute, Beatrice Lorenzin, possa permettere che, mentre da un lato
lei spende dei denari pubblici per migliorare la salute degli
italiani promuovendo la prevenzione, dall’altro consente che con
gli stessi soldi pubblici si diffondano notizie false che porteranno
i genitori a fare scelte che metteranno a rischio la salute dei
cittadini».
Condiviso da oltre 45.000
persone, in tre giorni il post di Burioni ha avuto più di 5 milioni
di visualizzazioni, e ha scatenato una mezza rivolta sui social
network. Alla quale Red Ronnie ha risposto con il video di un
noto antivaccinista, mentre Porro minimizzava dando dei talebani ai
«sanitari » che non accettano opinioni diverse dalle loro.
Dal canto suo, il medico
milanese ha scritto un’accorata lettera a Michele Anzaldi,
segretario della commissione Vigilanza Rai, in cui segnala tra
l’altro un caso di pochi mesi fa. «Qualche mese fa a Monza –
scrive Burioni – un bimbo di 18 mesi, affetto da leucemia
linfoblastica, è morto a causa del morbillo. Se tutti si fossero
vaccinati il virus non sarebbe stato in circolazione e lui avrebbe
potuto combattere la malattia con notevoli probabilità di
sconfiggerla».
Anzaldi ha raccolto
l’appello, annunciando un’interrogazione in Vigilanza per
«verificare qualità e quantità degli spazi utilizzati per
informare i cittadini su questo argomento». Precisando che «credenze
al limite della stregoneria di persone famose possono mettere in
pericolo la vita della gente». Ma ormai il danno è fatto.
Nel Paese dei casi Di
Bella e Stamina, entrambi esplosi e alimentati dalla
spettacolarizzazione televisiva della malattia, stiamo già
assistendo a un crollo delle vaccinazioni che all’inizio del 2015
ha spinto l’Organizzazione mondiale della Sanità a richiedere un
incontro urgente con il ministro Lorenzin. La copertura vaccinale è
in calo anche per le vaccinazioni obbligatorie, ed è scesa nel 2014
sotto quel 95 per cento che, secondo le autorità sanitarie
internazionali, garantisce l’immunità di gregge, ossia la
copertura anche per chi, per ragioni immunologiche, non può essere
vaccinato.
La vaccinazione
trivalente, contro morbillo, parotite e rosolia, è precipitata
all’86 per cento. E a farne le spese sono i bambini che non possono
sottoporsi alla vaccinazione. Come Lia, la figlia di Corinna
Verniani, che a Virus ha raccontato la storia dell’immunodeficienza
della figlia, costretta a cambiare scuola a causa della presenza di
numerosi bambini non vaccinati.
Dal dopoguerra in poi, i
vaccini hanno salvato milioni di vite, permettendo di debellare nel
mondo una malattia terribile come il vaiolo, contro la quale infatti
non ci si vaccina più. Sarebbe una buona cosa se a parlarne, in tv,
ci andasse solo chi è competente. E che l’informazione sul
servizio pubblico non si prestasse a veicolare messaggi socialmente
pericolosi. Ora la parola è alla Vigilanza.
“la Repubblica” 17
maggio 2016
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