Forse, ancor più delle
riforme costituzionali, è insensato e inquietante quello che
chiamano Italicum, forse in omaggio a Luca Cordero di Montezemolo e
ai suoi treni privati. Questa che - all'indomani del voto - ci
dev'essere una maggioranza parlamentare certa, si deve sapere chi
governa, anche se la maggioranza è molto relativa e corrisponde a
una quota di votanti pari a molto meno della metà, non è certo cosa
tipica di paesi civili e avanzati ove sia previsto un governo
parlamentare o anche il semipresidenzialismo. In paesi come la
Germania o l'Inghilterra o altri Scandinavi sono in carica governi di
coalizione, tra forze politiche che nelle elezioni erano in
competizione tra loro. Funziona così: quando una maggioranza
parlamentare non c'è, non si consente alla minoranza più forte di
detenere tutti i poteri, di occupare tutte le cariche, ma si cercano
e si trovano in Parlamento i necessari compromessi.
Perché mai una tale
procedura, che garantisce da tentazioni autoritarie, praticata in
tutte le democrazie parlamentari, in Italia deve essere considerata
una orrenda sciagura, per di più da un governo nato da accordi
parlamentari e che è riuscito a fare approvare proposte legislative
discutibili e contrastate, ma certamente di grande rilevanza?
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