O
Calpurniano, con veloci versi,
io
ti saluto e mando, come chiedi,
la
pulizia dei denti, lo splendore
della
bocca che viene dalle messi
d'Arabia,
una sottile, candeggiante,
nobile
polverina che ti sgonfia
la
tenera gengiva e spazza via
i rimasugli d'ieri. Non vedranno
brutture
di sporcizia, se per caso
a labbra spalancate riderai.
Calpurniane, salve
properis versibus.
misi, ut petisti, tibi
munditias dentium,
nitelas oris ex
Arabicis frugibus,
tenuem, candificum,
nobilem pulvisculum,
complanatorem
tumidulae gingivulae,
converritorem
pridianae reliquiae,
ne qua visatur tetra
labes sordium,
restrictis forte si
labellis riseris.
De
Magia, cap. VI
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