Ho cominciato a perdere
la vista nel momento in cui ho cominciato a vedere. L'ho persa
gradualmente. Nel 1955, infine, ho constatato che non potevo né
leggere né scrivere. Non potevo scrivere perché le lettere mi si
accavallavano.
E non potevo leggere
perché le pagine mi erano diventate una immagine grigia. Ma siccome
il processo è stato lento non vi è stato nessun momento
particolarmente patetico. Se un uomo perde di colpo la vista può
pensare addirittura al suicidio. Se la va perdendo gradualmente, se
tutto è come un lento crepuscolo, ci si abitua. Nella vita ci si
abitua a tutto.
E dopo il duemila -
Intervista rilasciata a Carlo Rossella in
“Panorama”, 27 Giugno 1983
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