4.9.17

L'edile curule e la prostituta (Aulo Gellio)

Leggendo il nono libro dello Zibaldone di Ateio Capitone, intitolato Dei processi pubblici, un decreto dei tribuni ci è sembrato pieno dell'antica gravità. Per questo ci è rimasto impresso nella mente e con esso la sua origine e il suo tenore. Aulo Ostilio Mancino fu edile curule. Egli citò davanti al popolo la meretrice Manilia perché era stato colpito da un sasso lanciato dal terrazzo di costei; e mostrava la ferita provocata dal sasso. Manilia fece appello ai tribuni della plebe. Alla loro presenza dichiarò che Mancino era venuto a casa sua visibilmente ubriaco, che non intendeva affatto riceverlo nella propria casa e che, siccome voleva entrare con la forza, lo aveva mandato via a sassate. I tribuni decretarono che l'edile era stato giustamente cacciato da quella casa, dove non era decoroso che arrivasse portando ancora la corona di fiori dei banchettanti; e perciò impedirono con il loro veto che l'edile procedesse con il pubblico processo che aveva intentato.


Aulo Gellio, Noctes Atticae, Libro IV, XIV Utet 2007 – Trad. S.L.L.

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