Il teschio, il cuore
intimo, segreto,
i sentieri di sangue che
non vedo,
le gallerie del sogno,
questo Proteo,
lo scheletro, le viscere,
la nuca.
Io sono queste cose.
Assurdamente
sono anche la memoria di
una spada
e quella di un tramonto
solitario
che si dissolve in oro,
in ombra, in niente.
Sono chi guarda le prore
dal porto;
sono i miei pochi libri,
le mie poche
incisioni dal tempo
consumate;
sono colui che invidia
chi è già morto.
Più strano essere l’uomo
che ora intesse
parole in una stanza di una casa.
parole in una stanza di una casa.
da La rosa profonda, 1975 - Traduzione di Tommaso Scarano
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