Del tuo timido gatto
che scendeva la scala
dell'orto la mattina
con la sua ombra fina
lungo le terrecotte
cosa è rimasto? Nulla
fuor che l'impronta impressa
dalle sue zampe nella
gettata di cemento
dove annusava incerto
fra le tue grida: «Via,
via di lì, stupidino!»
Era luglio, era aperto
il cielo. Pensai: «Certo
rimarrà sempre un segno».
Ora il cemento è pietra
alle piogge d'ottobre.
Ostinate lo coprono
le foglie senza forma.
Toglile e potrai leggere
l'orma di quegli unghiòli.
l'orma di quegli unghiòli.
da Paesaggio con serpente. Versi 1973-1983 ora in Tutte le poesie, Mondadori 2014
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