3.9.17

Del tuo timido gatto. Una poesia di Franco Fortini

Del tuo timido gatto
che scendeva la scala
dell'orto la mattina
con la sua ombra fina
lungo le terrecotte

cosa è rimasto? Nulla
fuor che l'impronta impressa
dalle sue zampe nella
gettata di cemento
dove annusava incerto

fra le tue grida: «Via,
via di lì, stupidino!»
Era luglio, era aperto
il cielo. Pensai: «Certo
rimarrà sempre un segno».

Ora il cemento è pietra
alle piogge d'ottobre.
Ostinate lo coprono
le foglie senza forma.
Toglile e potrai leggere

l'orma di quegli unghiòli.

da Paesaggio con serpente. Versi 1973-1983 ora in Tutte le poesie, Mondadori 2014

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