20.9.17

Razzismo e xenofobia (S.L.L. - stato di fb)

Un mio buon amico, di rete e non solo, valente storico del socialismo umbro, ha contestato l'abuso del termine razzista e dell'astratto razzismo, riferito al rifiuto dell'accoglienza a profughi e migranti.. Le autorità e le comunità, spesso piccole, che oppongono tale rifiuto – egli spiega - non lo fanno in ragione di ideologie razzistiche o del pregiudizio razziale, ma per il timore, fondato o infondato, che le nuove presenze portino disordine, guasti e turbamento.
È cosa generalmente vera.
Succede che nel rifiuto ci sia qualche venatura di razzismo (la tiritera dei negri fannulloni e profittatori o lo sconcerto per l'ipotesi di accoppiamenti sessuali interrazziali) o di etnocentrismo religioso (la diceria che sono tutti musulmani e, in quanto tali, potenziali terroristi), ma nella maggior parte dei casi non è così e la motivazione nettamente prevalente è la paura dell'intruso, del diverso, dello straniero.

La categoria da usare non dunque è il razzismo, ma la xenofobia, termine con il quale si intende appunto la paura e la ripulsa nei confronti dello straniero. È storicamente certificato, immagino che anche il mio amico ne convenga, che la diffusione della xenofobia, come del pregiudizio razziale, è stata ed è nella maggior parte dei casi, favorita, alimentata e utilizzata da formazioni politiche nazionalistiche, di destra o di estrema destra.

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