Già, sulle crode, sono rifioriti
i perenni rosai crepuscolari.
Lontana, ormai, la malga abbandonata
fra i rododendri. Il vento delle gole
non geme più, mordendoci la nuca.
Sale l'umida calma del pineto.
I larici e gli abeti, con la vetta,
ruban la prima oscurità, su in cielo;
con le ricurve frangie, l'accompagnano
fin presso a terra: lì, piano, la
versano
a fare viola il muschio ed i mirtilli,
a fare azzurri i sassi del sentiero.
Nel mio ricordo stanco, disperato,
tu ti frantumi d'ombra e di silenzio.
Madonna di Campiglio, 14 agosto 1929
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