Aurelio Fabiani, della
Casa Rossa di Spoleto, è un compagno “maoista” che conosco dai
tempi della prima Rifondazione e stimo per la coerenza e il coraggio,
anche se m'è accaduto non di rado di dissentire dalle scelte, che
giudicavo sterili e piuttosto settarie, sue o del suo gruppo. Qualche
giorno fa mi ha mandato per e-mail un testo sulle imminenti elezioni
comunali nella sua città, in cui a una crisi industriale devastante
si sono accompagnate politiche comunali che hanno prodotto guasti
urbanistici, ambientali e finanziari. Non conosco fino in fondo la
realtà di quel comune, ma molte delle valutazioni di Aurelio mi
paiono condivisibili ed estensibili ad altre realtà. (S.L.L.)
Il Municipio di Spoleto |
A Spoleto non ci
sono né liste comuniste né liste operaie, quindi ci asteniamo.
La corsa al camuffamento
continua, è sufficiente dare una scorsa ai nomignoli scelti da chi
ha deciso di partecipare alla competizione per un posto nel Consiglio
Comunale per comprendere come nascondere la propria identità sia
diventato un tratto caratterizzante il fare “politica” oggi.
Il nome Spoleto campeggia
ovunque. Spoleto? Sì, Vince, a Sinistra, ma anche a Destra, Prima!
no anche dopo, in questo mondo, no! in tutte e Due i mondi. Oggi? no
anche domani. Una sola delusione, non c’è la lista Spoleto per
Don Matteo. Una volta si volava più in alto: “Proletari di tutti i
paesi unitevi”, o più "alti" ancora “un posto un
voto, in nome di Dio padre onnipotente”, o più larghi ma solo per
ariani “Alleanza nazionale”.
Quante liste sono ? E’
un conto difficile da fare, appena piove (d'altronde è primavera) ne
spunta una nuova, la scommessa si potrebbe fare sul fatto se ci
saranno più liste che posti in Consiglio o viceversa. Neanche un
posticino per lista? forse no. Peccato!
Immagino i dibattiti in
Consiglio: la buca? ha detto della buca? chiede il consigliere
distratto mentre guarda sul tablet la formazione della propria
squadra del cuore. No! Il lampione! parla del lampione! ah ho capito,
la buca.
Ci sono è vero i
partitoni nazionali, la stella azzurra della risorta, liftata,
mummificata, Forza Italia, quindi la stella grigia degli eredi
dell’asinello che hanno portato alla politica la gioventù che si è
fatta le ossa nei quiz televisivi, con i loro cespugli multi
colorati, di scudo crociato, di verde rosa ambientale. E anche i
pentastellati che i cespugli ce l’hanno dentro casa, dal profondo
nero al rosso tinto.
Chi è di Destra, chi è
di Sinistra ? Questa si che è una domanda! un dilemma che richiede
una riflessione infinita e inutile. A me sembrano tutti uguali, sono
tutti di Centrodestrasinistra, tutti vogliono rappresentare tutto e
tutti. Quelli meglio intenzionati hanno una confusione da fare
spavento, i male intenzionati spaventano per quello che possono fare.
Basta scorrere le liste
per vedere come anche gli uomini oltre i simboli sono stati presi,
pur di esserci, da una frenesia di ricollocamento orizzontale che un
po’ mi fa ridere. Spontanea alla mente mi sorge l’immagine del
vigile urbano in mezzo a un traffico della M… Tutti gli girano
intorno caoticamente, c’è chi viene da destra e va verso sinistra,
chi si sposta da sinistra verso destra, chi è in mezzo prende la
rotatoria verso sinistra ma sul punto di uscire cambia idea e
continua fino all’uscita opposta e viceversa. Delle formiche (i
cespugli) salite sul tettuccio del mezzo che hanno scelto,
pateticamente e con moto lentissimo si muovono nella direzione
opposta a quella della macchina che procede a tutta velocità.
Neanche il comandante dei vigili sarebbe in grado di dirigere questo
traffico di trasformisti di tutte le ore.
Avremmo voluto sostenere
una lista fatta da venti operai della Pozzi, che avesse portato in
Consiglio, uno o più di loro, che avrebbero potuto dire: ora tocca a
noi e stiamo qui per fare casino fino a che il lavoro sarà certo e i
diritti garantiti. Sarebbe stato un fatto importante perché i
lavoratori non devono delegare la loro rappresentanza a chi fa della
loro condizione solo un mezzo per mediare con padroni e
deregolamentatori dei diritti degli operai, perché la loro
mediazione non serve a garantire il lavoro agli operai ma il loro
ruolo di mediatore (più o meno come succede con i sindacati
confederali+Ugl).
Ci abbiamo anche provato
a dare vita a questa lista, con operai della Pozzi, di Baiano, della
Cementir, ma non è andata, non per volontà degli operai ma di chi
ha preferito fare il gruppettaro elettoralista del XXI secolo.
Non ci sono liste
comuniste e noi siamo comunisti, non ci sono liste operaie e per noi
che siamo comunisti la contraddizione fondamentale è e rimane quella
tra capitale e lavoro, quindi non andremo a votare.
Aurelio Fabiani -
Associazione Culturale CASA ROSSA
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