Carissimo Delio,
io non so se l’elefante
può (o poteva) evolversi fino a diventare sulla terra un essere
capace, come l’uomo, di dominare le forze della natura e di
servirsene per i suoi propri fini, in astratto. Concretamente
l’elefante non ha avuto lo stesso sviluppo dell’uomo e certo non
l’avrà piú perché l’uomo si serve dell’elefante, mentre
l’elefante non può servirsi dell’uomo, neanche per mangiarselo.
Ciò che pensi delle possibilità dell’elefante, di adattare cioè
le sue zampe per il lavoro pratico, non corrisponde alla realtà:
infatti l’elefante ha come elemento «tecnico» la proboscide e dal
punto di vista «elefantesco» se ne serve a meraviglia per strappare
alberi, per difendersi in certe circostanze ecc.
Tu mi avevi scritto che
ti piaceva la storia e cosí siamo giunti alla proboscide
dell’elefante. Io credo che per studiare la storia non bisogna
troppo fantasticare su ciò che sarebbe successo «se»... (se
l’elefante si fosse drizzato sulle gambe posteriori per dare
maggior sviluppo al cervello, se... se...; e se l’elefante fosse
nato con le ruote? sarebbe stato un tranvai naturale! e se avesse
avuto le ali? Immagina un’invasione di elefanti come quella delle
cavallette!).
È già molto difficile
studiare la storia realmente svoltasi, perché di una gran parte di
essa si è perduto ogni documento; come si può perdere il tempo a
stabilire ipotesi che non hanno fondamento? E poi nelle tue ipotesi
c’è troppo antropomorfismo. Perché l’elefante doveva evolversi
come l’uomo? Chi sa se qualche saggio vecchio elefante o qualche
giovinetto ghiribizzoso elefantino, dal suo punto di vista, non fa
delle ipotesi sul perché l’uomo non è diventato un proboscidato!
Aspetto una tua lunga
lettera su questo argomento.
Qui non ha fatto molto
freddo. Ci sono sempre dei fiori sbocciati. Non ho con me nessun
uccelletto, ma vedo sempre nel cortile due coppie di merli e i gatti
che si appiattano per prenderli; ma i merli non pare se ne
preoccupino e sono sempre allegri ed eleganti nelle loro mosse.
Ti abbraccio.
ANTONIO
In Gramsci. Le sue idee nel nostro tempo, Editrice L'Unità, 1987
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