28.4.14

La legge antiomofobia e l'emendamento Gitti (S.L.L.)

Il deputato Gregorio Gitti (Scelta Civica)
Si parla tanto dell'emendamento del deputato Gitti (Scelta Civica) che ha modificato alla Camera il testo della legge antiomofobia già approvato in Senato. Vediamo di che si tratta.
A Palazzo Madama il progetto di legge aveva avuto l'approvazione di Sel e Cinquestelle, ora contrari perché, a detta dei loro esponenti, l'emendamento snaturerebbe e sterilizzerebbe l'intera normativa. Il relatore Pd, Ivan Scalfarotto, dice che la legge, seppure emendata, resta una buona legge e auspica che il Senato la confermi senza ritardi.
Lo schema piddino di politica parlamentare sembra insomma quello collaudato sul “voto di scambio”. Per “portare a casa il risultato” al Senato si fa maggioranza con Sel e Cinquestelle, ma alla Camera dove il Pd dispone di una forza vicina alla maggioranza assoluta, si aggiusta il testo per ottenere il consenso delle forze di destra. La nuova formulazione al Senato viene classificata come inemendabile, perché – si dice – l'approvazione di una legge – seppure imperfetta - è indilazionabile. Questa volta, però, qualcosa non ha funzionato e la compattezza del gruppo Pd alla Camera è venuta meno. I voti sono risultati in numero inferiore al previsto.
Per capire meglio che cosa tutto ciò voglia dire al di là delle tattiche conviene in ogni caso leggere l'emendamento in questione, che così recita: “Ai sensi della presente legge, non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, purché non istighino all’odio o alla violenza, né le condotte conformi al diritto vigente, ovvero assunte all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione, ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”.
Per i critici l’emendamento Gitti rischia di annullare l’intera legge anti-omofobia, relativizzando termini come “discriminazione” o “istigazione alla discriminazione” e liberalizzando almeno in parte le prese di posizione antigay di movimenti politici, religiosi ecc. Io credo che non si sbaglino. Sulla base dell'emendamento Gitti se - per esempio - un Giovanardi a un convegno del Nuovo Centro sulla famiglia (istituzione tutelata dalla Costituzione) dicesse: "Gli omosessuali sono malati e le loro pratiche sono segno di disordine psicologico ed etico", non dovrebbe essere perseguito. Se lo dicesse un prete nell'omelia, lo farebbero addirittura santo senza aspettare il suo ritorno nella casa del padre. Subito.

Nessun commento:

statistiche