13 maggio 1909
I rasoi automatici
consentono all'uomo di avere un viso liscio senza che sia toccato da
mani estranee: ma in tal modo l'uomo perde quella eccitazione
intellettuale che, fino alla scoperta dei rasoi automatici, il
barbiere gli offriva. La maggior parte degli uomini, da quando hanno
acquistato questo aggeggio, stanno nella più nera desolazione. Non
conoscono più barzellette, non hanno più opinioni politiche, non
sanno se fa bel tempo, non vengono a sapere che il dottor Maier, quel
signore grasso che si fa sempre lavare i capelli, si è sposato. Per
farla breve, stanno davanti allo specchio con il rasoio in mano e
hanno un vuoto interiore. Cessano di esistere.
Che differenza con il
passato, quando il modo ancora personale di radersi provvedeva a
rallegrare lo spirito! Che spettacolo si presentava ai miei occhi
quando entravo in una bottega di barbiere! Ecco un signore
apparentemente altolocato che si curvò sul lavandino ansimando e
sbuffando per l'umido piacere che provava. Ebbe ancora la presenza di
spirito di asserire: «È di un Bismarck che abbiamo bisogno!».
Il garzone al quale erano
rivolte queste parole, annui e cominciò a parlare delle abitudini di
un ministro austriaco che aveva l'onore di servire. «Ma che mi dice:
con la pomata?», ribatté il cliente sbalordito, e così, una parola
dopo l'altra, la bottega si riempì del germe della fecondazione
spirituale, e una risata generale proveniente da quattro poltrone
dimostrò che il ponte fra i conflitti di classe lo gettava
l'umorismo. La macchinetta ha eliminato questa fortuna, e ora
qualcuno sbadiglia di fronte a uno specchio in cui non vede altro che
la sua faccia.
In Aforismi in forma
di diario, Traduzione e cura di
Paola Sorge, Newton Compton, 1993
Nessun commento:
Posta un commento