Il prof. Giovanni Moretti nel 1998 |
Il ricordo che qui segue
è di Giovanni Moretti, dialettologo tra i maggiori d'Italia, a lungo
docente all'Università di Perugia, morto nel 2005. Era uno dei
giovani antifascisti del Lago Trasimeno di cui discorre nella vivida
testimonianza sulle prime esperienze in provincia dei Centri
d'Orientamento Sociale fondati da Aldo Capitini. (S.L.L.)
Aldo Capitini |
All'inaugurazione del
Centro di Orientamento Sociale di Magione, una domenica della
primavera del 1945, intervenne gente da tutto il comune, circa
cinquecento persone che presero posto nella grande sala del teatro
Mengoni di fronte al palco eretto per le "autorità".
L'iniziativa di
costituire il C.O.S. era partita da un gruppo di giovani, in
maggioranza studenti che, seguendo i dibattiti del C.O.S. di Perugia,
erano stati presentati al professor Capitini: gli stessi giovani che
dal 1942 avevano cercato di reagire alla piatta e scolorita vita di
paese istituendo il circolo culturale "Biblioteca Gabbiani del
Trasimeno" i cui dibattiti aperti e poi le prese di posizione
contro la Repubblica sociale e contro i tedeschi dopo l'8 settembre
1943 avevano fatto correre ad alcuni di loro seri pericoli.
Ora che "il fronte
era passato" e che gli eserciti tedesco e alleato si
fronteggiavano sulla "linea gotica", si stavano
ricostruendo paesi, ponti e strade: però le ferite ben più profonde
dovevano essere medicate e la vera "terra bruciata" era
nell'animo di gran parte della popolazione frastornata
dall'in-calzare precipitoso di eventi di immensa portata. In pochi
mesi infatti erano sfilati soldati delle più disparate nazionalità,
si era passati dallo stato di guerra a fianco della Germania
all'armistizio, alla caduta di un regime auto-proclamatosi eterno,
era cominciata la Resistenza e un nuovo governo, costituitosi al Sud
dopo la fuga del re da Roma, aveva dichiarato la guerra all'antico
alleato schierandosi a fianco del nemico di ieri. Di qui l'importanza
dei Centri di Orientamento Sociale e la necessità di aprirne uno
anche a Magione.
I giovani avevano
lavorato bene, erano riusciti a ottenere perfino l'intervento del
prefetto che era allora l'avvocato Peano (antifascista, incarcerato
dal regime, nominato prefetto di Perugia dagli alleati su indicazione
del Comitato di Liberazione Nazionale - N.d.R.), il che aveva
richiamato al teatro Mengoni gente del capoluogo e di tutte le
frazioni del comune. Era la prima visita ufficiale delle nuove
"autorità" a Magione.
Parlò per primo il
professore Capitini che trattò dell'esperienza del C.O.S. di Perugia
e di quelli di altri centri, del loro funzionamento, e sottolineò
l'importanza della discussione dei problemi che interessano una
comunità e l'importanza del controllo dal basso. Quindi fu la volta
del prefetto, del sindaco, del giudice Apponi di Perugia presidente
del Comitato regionale di Liberazione Nazionale (C.L.N.), dopodiché
doveva avere inizio il dibattito. Ma il pubblico non si mosse.
Accorsa più per ascoltare, più per applaudire che per intervenire
in prima persona, la popolazione del luogo non era certo abituata e
preparata aquel tipo di riunione. Passarono infatti alcuni minuti di
vero e proprio imbarazzo durante i quali caddero nel vuoto le varie
esortazioni a chiedere la parola, ad alzarsi per iniziare il
dibattito.
A un tratto si fece
avanti un anziano contadino che aveva qualcosa da dire e che,
passando per recarsi alla tribuna davanti al palco delle "autorità",
levò per tutto il tragitto il braccio nel saluto fascista in
direzione di Capitini, di Apponi, del prefetto e degli altri. Al che
tutti scoppiarono a ridere e fu quel gesto innocente a sbloccare la
situazione, a far cadere le prevenzioni. Dopo l'intervento del
contadino, pieno di buon senso, furono in molti a chiedere la parola,
a salire sulla tribuna, fu un fiorire di domande che accesero un
dibattito pieno di interesse.
La riunione ebbe termine
a pomeriggio iniziato dopochè i presenti ebbero stillato un vero e
proprio programma di lavori e furono fissate le date dei successivi
incontri. Malgrado l'ora avanzata parecchie persone, in maggior parte
giovani, si fermarono in sala attorno al prof. Capitini per
stringergli la mano, per chiedere delucidazioni, per insistere su
qualcuno degli argomenti trattati.
Ma, ad un certo punto, ci
fu chi riuscì a portare via Capitini dal gruppo che lo attorniava.
C'era "qualcuno" che gli voleva parlare e infatti fu
presentato a un signore che i presenti conoscevano bene. Era il più
grande proprietario agrario della zona, molti anni prima podestà di
Magione, sempre in prima fila ad ossequiare le "autorità"
(nella sua villa aveva dormito, al passaggio del "fronte",
il feldmaresciallo Kesserling). "Ci siamo" - disse uno
vedendolo prodigo di sorrisi e gesti in compagnia di Capitini
-"cambiano i suonatori ma la musica è sempre quella: siatene
certi".
Capitini, gioviale come
al solito, si disse lieto di far la sua conoscenza, ne accettò i
complimenti per la riuscita della manifestazione e, pronto per
accomiatarsi già si voltava verso il gruppetto che lo attendeva con
una certa trepidazione, quando quel signore, che gli teneva ancora
serrata la mano, ad alta voce aggiunse: "anche Lei oggi deve
essere mio ospite, professore...può approfittare della mia macchina
che La condurrà nella mia villa insieme a Sua Eccellenza il Prefetto
e con le altre autorità: il pranzo è già pronto... non permetterò
mai che...". A questo punto fu visto Aldo cambiare l'espressione
del viso: guardò bene in volto il suo interlocutore e, scrollando la
testa, lo interruppe con "ma neanche per idea! io vado a
mangiare due uova al tegame in trattoria in riva al Trasimeno" e
così dicendo piantò in asso quel tizio rientrando nel gruppo dei
giovani che, visibilmente sollevati, con lui uscirono festosi
all'aria aperta.
micropolis maggio 1998
-
da "il potere è di tutti" (numero speciale del periodico
mensile edito nel settembre-dicembre 1968, anno V, per onorare la
memoria di Aldo Capitini fondatore della rivista).
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